Cei e Caritas in Italia cresce e non diminuisce la povertà

 Anzichè diminuire cresce.  A scattare una fotografia nitida sulla situazione della povertà in Italia è il dato che emerge sulle persone accompagnate e assistite dalle Caritas diocesane. Sono in tutto 269.689 “volti di poveri – spiega Marco Pagniello, direttore della Caritas Italiana  la Cei – che a loro volta rappresentano altrettante famiglie, dato che la presa in carico risponde sempre più alle esigenzed dell’intero nucleo familiare”. Il report statistico nazionale annovera i dati di 3.124 centro d’ascolto e servizio delle Caritas di 206 diocesi sparsi per le regioni italiane. “Ne emerge- sottolinea la Cei – una fotografia drammatica che chiama all’impegno di tutti, è un report che si colloca in un tempo particolare che è segnato da vicende che toccano le nostre comunità”. A fare da moltiplicatore alla povertà sono le crisi internazionali ma anche il crescere di situazioni di vulnerabilità. “La Chiesa – prosegue Pagniello  – continua a sognare e ad affermare un umanesimo autentico, secondo cui ogni essere umano possa realizzarsi pienamente, vivendo in un mondo più giusto e dignitoso”.  Se nel 2023 è calato dal 45.3 al 41 per cento il numero dei poveri ascoltati, “crescono invece le persone con povertà intermittenti e croniche, riguardanti in particolare quei nuclei che oscillano tra il dentrofuori  la condizione di bisogno o che permangono da lungo tempo in condizione di vulnerabilità”. Una persona su quattro risulta accompagnata da oltre cinque anni e va a costituire una povertà permanente. “E il 55,4 dei beneficiari del 2023 – si legge nel report – ha manifestato contemporaneamente due o più ambiti di bisogno”.  Sempre secondo il report, alla Caritas si rivolgono il 51,5 per cento di donne e il 48,5 di uomini con un’età media di 47.2 anni che nel 2022 era invece di 46. Si registra una flessione delle persone straniere passate dal 59,6 al 57 , due persone su tre ovvero il 66,2 per cento dichiarano di essere genitori.  Il 67,3 per cento delle persone che si rivolgono alle Caritas ha bassi livelli di istruzione, il 48,1 giace in stato di disoccupazione e il 23 per cento lavora ma con scarse retribuzioni. Diminuiscono i percettori del reddito di cittadinanza e dell’assegno di inclusione passati al  15,9 per cento dal 19 e dal 22,3 per cento di 2022 e 2021.   La Caritas è venuta incontro alle esigenze di chi a essa si è rivolto con interventi per oltre tre milioni e mezzo di Euro , in media tredici aiuti per ciascuna persona. Il 73.7 per cento dell’aiuto ha riguardato beni e servizi materiali, l’8,9 per cento l’accoglienza a lungo o breve termine, il 7,3 le attività di ascolto, il 5,2 il supporto socio-assistenziale. l’1,7 per cento interventi sanitari.  Il report si sofferma anche su tre focus tematici che considerano la povertà delle famiglie con bambini con un’indagine condotta con Save the Children, la condizione delle persone senza dimora o che vivono da sole, con particolare riferimento agli anziani. “E’ compito statutario della Caritas Italiana – ricorda il presidente monsignor Carlo Roberto Maria Redaelli –  realizzare studi e ricerche sui bisogni delle persone , per aiutare a scoprirne le cause, per preparare piani di intervento, soprattutto in un’ottica di prevenzione, è una raccolta di dati realizzata anche grazie all’impegno degli operatori e dei volontari dei nostri centri di ascolto e con la collaborazione delle persone in stato di bisogno che ci hanno consegnato la loro situazione”. Studi che non costituiscono una semplice operazione di ricognizione dell’esistente ma, aggiunge Redaelli, “sono anche per animare le nostre comunità e per stimolare l’azione delle istituzioni civili a un’adeguata legislazione”. 

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